Wednesday, 20 June 2012

Weekend in Oslo

Cara Tatina,
quando ho scritto questo post fuori imperversava una tempesta, davvero, altroche' giugno, siamo sicuri di non esser stati catapultati ad ottobre?! Dunque ne approffittato per portarti a spasso per una delle capitali europee che ho avuto occasione di visitare di recente...Oslo, in Norvegia. Faccio subito una premessa...e' una delle citta' piu' costose in cui sia mai andata: infatti ci siamo premuniti e abbiamo prenotato in appartamento anziche' in albergo, per risparmiare un pochino.


Dear Tatina,
when I wrote this post it was raining cats and dogs outside, so much so it felt like October instead of June! So what a better time than that to take you with me to visit Oslo, in Norway, where I recently spent a long weekend. First of all, I have to say, it's one of the most expensive places I have ever been! This is the main reason why we went self-catering, just so we could save a little.




Abbiamo trascorso tre giorni a zonzo per questa citta' scandinava, che ci ha accolto a braccia aperte, e ci siamo goduti a rilassarci nel verde che la circonda, divertendoci a cercar di capire la lingua e ad imparare ad usare la moneta locale...
Devo ammettere che mi hanno affascinato subito i suoi edifici alti e cosi' tradizionalmente "nordici", i numerosi parchi e giardini, le lussuose navi da crociera ancorate al porto che si affaccia sui fiordi...e come trascurare, ovviamente, le deliziose paste che ci siamo gustati rigorosamente ogni mattina per colazione...e magari anche per merenda, perche' no?! Ma facciamo un passo indietro....devi sapere che proprio qualche settimana prima di partire avevo visto un programma in televisione presentato da due simpatici cuochi inglesi originari di Newcastle che qui sono conosciuti come "Hairy Bikers" e che oltre all'amore per il cibo condividono anche una passione per le due ruote, e avevano intrapreso un viaggio in moto per l'Europa per scoprire diverse specialita' locali...e son partiti proprio dalla Norvegia, dove, tra le loro mille avventure, hanno anche visitato dei forni rinomati per le loro paste fragranti e altre specialita' di pane...e che voglia mi era venuta! Eh si, viaggiare per me vuol dire - soprattutto!- provare il cibo del luogo, e infatti quando sono all'estero mi piace esplorare i supermercati e le botteghe  alla ricerca di cose sfiziose da provare! Gira e rigira sempre di cibo si parla, lo so, cosa ci posso fare, e' piu' forte di me!


We spent three days wandering around the city, soaking up the atmosphere, trying to learn a few Norwegian words and also to get the grip of the new currency...I have to say I was fascinated by the tall buildings, by the parks and gardens dotted around the city, the huge cruise ships by the harbour facing the fjords and of course, those scrumptious pastries we enjoyed every morning for breakfast...and not just for breakfast, actually! I knew they were going to be good as a few weeks before I'd seen this programme by this couple of Geordie chefs who call themselves "Hairy Bikers" who took a "bakeation" across Europe and their journey started in Norway...I love this part of travelling, where you discover new foods and flavours, I always have to try something new and I when I am abroad I truly enjoy exploring local food shops. Gosh, we do talk about food quite a lot on this blog, don't we?! 




Pasticcerie e forni a parte, da non perdere e' sicuramente il nuovo Teatro dell'Opera. Se ben ricordo e' stato inaugurato nell'aprile del 2011 e l'edificio rappresenta un gigantesco iceberg che emerge dalle acque.  All'esterno c'è una rampa enorme, che percorre l’edificio dalla base, sulle rive del fiordo, fino a trasformarsi nella sua copertura, la cui superficie orizzontale e leggermente inclinata, si relaziona al paesaggio circostante. La cosa bella e' che puoi "arrampicarti" sul tetto e percorrerrlo quasi tutto a piedi ed e' d'un bianco accecante, anche col cielo nuvoloso ho dovuto mettermi gli occhiali da sole tanto era il riverbero. All'interno, il foyer è un’enorme sala aperta con vari tipi di illuminazione da cui si gode una splendida vista sul panorama. 


Patisseries and bakeries aside, if you visit Oslo you wouldn't want to miss the new Opera House, what a stunning piece of architecture. The building represents a huge iceberg emerging from the sea. Outside there's a large ramp which starts from the bottom and goes all the way up and round it, eventually turning into the roof. It's cool because you can literally walk on it and then you find yourself on the roof, and it's so white, just like ice. Inside, the foyer it's a massive open air space with an amazing view over the outside.



E la prossima volta dove si va? Qualche suggerimento?! Bacioni e a presto tatina cara!

Where shall we go next time? Any suggestions?! Big kisses, speak to you soon!





Thursday, 14 June 2012

delizie neo zelandesi - New Zealand goodies

Cara Tatina,
e' una vita che non ti scrivo tramite il nostro mitico blog, mi puoi perdonare? A volte la vita si intromette e il tempo sembra non essere mai sufficiente per fare tutto quello che vorrei...lo che a volte sembra una scusa banale, io dico sempre che uno se vuole il tempo lo trova, ma come lo professo male questo motto ultimamente! Non posso nemmeno usare il bel tempo come scusa perche' qui di bel tempo non se ne vede neanche l'ombra! Dunque chiedo scusa a te e ai nostri lettori per avervi abbandonato per tutto questo tempo... 


My Dear Tatina,
it's been so long since my last post, can you ever forgive me? Sometimes life gets in the way...time never seems enough to do everything I want to do...even if I am the first one to say if you want you can always find the time...I am doing very well, am I?! I cannot even use the nice weather as an excuse because here in Manchester we are still dreaming of Spring and it feels like Summer will never arrive. So I really hope you and our readers will forgive me for abandoning you for all this time...


Tu invece...mi hai regalato due post stupendi! Urbino me la ricordo appena, devo esserci stata da piccola coi miei genitori, mi piacerebbe ritornarci, magari assieme, che dici? E non posso fare a meno di essere d'accordo su "Amanda's Wedding", anch'io ho provato la stessa sensazione quando ho iniziato a leggerlo, ma poi si e' ripreso alla grande!


You instead...your last two posts were amazing! I just about remember Urbino, I went with mum and dad when I was little, I'd like to go back though, maybe together? And I can't help but agree with what you write about "Amanda's Wedding", I felt the same when I started reading it then it turned itself round for the best!


Lo so che mi hai sgridato, bonariamente, per l'ultimo post, ma non posso non dedicare un post alle vere e proprie delizie che ho gustato in Nuova Zelanda...prima in assoluto la pavlova, deliziosa torta a base di meringa e frutta fresca, della quale la Nuova Zelanda si contende l’origine della ricetta con la vicina Australia, a quanto pare fu inventata da un cuoco neozelandese in onore della ballerina russa Pavlova dopo aver assistito a uno spettacolo del tour che fece in Oceania nel 1926...o il delizioso gelato al gusto "hokey pokey", semplice gelato alla vaniglia con pezzetti di toffee...per non parlare della torta di meringa al limone...che delizia! Durante la mia vacanza ho scoperto che i Neo Zelandesi hanno davvero una debolezza nei confronti di tutto cio' che e' dolce, come si dice in inglese hanno un vero e proprio "sweet tooth"! Un po' (tanto!) come me, dunque mi trovavo a nozze! Ho notato che anche certi piatti salati avevano sempre qualcosa di dolce che li accompagnava, ad esempio il panino con tacchino, formaggio brie e salsa di mirtilli...o le torte salate fatte con le patate...dolci! 


You did tell me off for writing about those amazing places...you might tell me off again because now I'm going to share with you some of New Zealand's best goodies! They really love all things sweet, I can definitely say our Kiwi friends have a sweet tooth, which actually suits me just fine! First of all, Pavlova: meringue, whipped cream and fresh fruit...yum! It's officially New Zealand's national dessert and it was created in 1926 by a Kiwi chef who named it after a Russian ballet dancer, Pavlova, even if Australia will deny this...
During my stay I also often enjoyed hokey pokey ice cream, that is vanilla ice cream with pieces of honeycomb toffee...and another favourite, lemon meringue pie....delicious! Savoury dishes often had sweet flavours added to them, such a chicken, brie and cranberry sauce sandwich or a sweet potatoes tart.


lemon meringue pie
apple pie and ice cream
sweet potato tart
Per finire in bellezza, scrivo qui di seguito la ricetta della Pavlova che mi sono portata a casa come suovenir...su una tovaglietta :-)


To finish this post on a sweet note, here is the Pavlova recipe I brought back with me as a souvenir...on a tea towel :-)





Ingredienti:
4 albumi
un pizzico di sale
250gr zucchero
1 cucchiaino di vaniglina
2 cucchiaini di amido di mais
1 cucchiaino di aceto
per decorare:
panna montata
fragole, kiwi (o altra frutta a piacere)


Preriscaldate il forno a 150°. Iniziate a montare con la frusta a velocità elevata gli albumi d’uovo e il sale, aggiungendo gradualmente lo zucchero finché questo non sarà completamente sciolto. A questo punto unite l’amido di mais, la vaniglina e l'aceto. Versate la meringa così ottenuta su una placca da forno facendo attenzione che non tocchi i bordi. Mettete nel forno e riducete la temperatura a 140°, cuocete per 15 minuti. Riducete la temperatura a 120° e cuocete per un'altra ora e un quarto, quindi spegnete il forno e lasciatevi dentro la meringa per un’altra mezz’ora senza aprire lo sportello. Vi accorgerete che sarà cotta quando si presenterà dura fuori e umida dentro. Quando sarà fredda, copritela con panna e decorate con fragole e kiwi. 


Ingredients:
4 egg whites
1 pinch salt
250gr caster sugar
1 tsp vanilla essence
2 tsp cornflour
1 tsp vinegar


First, preheat the oven to 150°. Beat the egg whites and salt until stiff peaks form. Gradually add the caster sugar beating all the time until the sugar is completely dissolved. Next, lightly fold the cornflour, vinegar and essence into the mix. Turn the mixture out into the centre of a baking tray and shape into a circle, but don't let it touch the sides. Turn the oven down to 140° and bake for 15 minutes, then turn the oven down to 120° and bake for a further 1 and 1/4 hours. Let it coll in the oven, then top with fresh whipped cream, succulent strawberries and juicy kiwifruit. Delicious!






Sunday, 22 April 2012

Amanda's Wedding by Jenny Colgan

Tatina, ti dice niente questo titolo? Eh sì, l'ultimo libro che ho letto è proprio quello che mi hai regalato tu durante la tua ultima "discesa" in Italia! Sai che sorpresa quando me lo sono trovato fra le mani: un libro "vecchio" già lo adoro, per quelle sue pagine leggermente ingiallite, e il suono che fanno quando le giri, e il fatto che non restino attaccate fra loro. E poi era il suo primo libro! Di Jenny intendo. Ormai è come se fosse diventata una nostra amica. Ovviamente appena salita suol treno che mi portava a casa da Bologna ho cominciato a leggerlo.
All'inizio è stato difficile: la narrazione pareva lenta e scontata. I personaggi si muovevano pigramente fra una pagina e l'altra, e sembravano non voler prendere vita. Mel si trastullava nel suo passato, crogiolandosi nella beatitudine di aver ritrovato Alex, l'ex che un anno prima l'aveva letteralmente abbandonata per andare a cercare fortuna in America. Alex il fannullone, Alex l'approfittatore. Mi chiedevo cosa ci facesse ancora con uno così, cosa -più in generale- tiene la maggior parte di noi donne legate a chi maggiormente le fa soffrire. E mentre me lo chiedevo mi sono resa conto che i personaggi si erano animati: era comparsa Fran, la migliore amica di Mel, e i suoi mille amanti, e Angus, decisamente il mio preferito, e Fraser, il povero e vessato promesso sposo. E tutta la congiura per impedire il matrimonio della bellissima, spocchiosa e insopportabile Amanda: un modo per salvare lo sposo dall'infelicità o una semplice vendetta per tutte le ingiustizie subite? Tu che dici?
Tanto lo so che l'hai già letto Tatina...
A volte, mentre cercavo di concentrarmi per capire parole nuove o strani modi di dire, mi dicevo che è proprio un peccato che i libri di Jenny Colgan non vengano ancora tradotti in italiano. Ma poi ho pensato: chiunque dovesse mettersi a tradurli, come renderebbe quel buffo accento dei due fratelli scozzesi, Angus e Fraser? E come farebbe a riprodurre le divertenti esclamazioni di Fran? E quel delizioso modo in cui Alex chiama sempre Mel, "pumpkin", non riuscirebbe allo stesso modo a farti desiderare di dargli uno schiaffo, per quel suo modo così carino di parlarle in netta antitesi col suo modo di comportarsi.
Insomma, alla fine dei conti, è decisamente meglio il libro in lingua originale, con tutte le sue sfumature, i suoi modi di dire, i suoi accenti, e le sue sfaccettature!
I love Jenny Colgan!!!

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Tatina, does this title sounds familiar to you? Oh yes, this is the last book I read, and it was you last (very appreciate!) present from UK. You know what a surprise when I got it, this "old" book, with slightly yellow and cracky pages -which never stick one to each other. And it was her first book. Jenny's first book. Sometimes I feel like she's an old friend of us, don't you agree?
And as soon as I stepped into the train back home, I immediately turned the first page.
To say the truth, the beginning was hard: the story seemed to be too slow and predicatble. Characters were moving lazily back and forth between pages, and were not alive. Mel was still living in her past, being happy only about Alex who had come back, after leaving her suddenly -one year before- to look for "fortune" in the USA. Alex the yob, Alex the profiteer. I was just wandering what she was doing with such a kind of man -and this is the question that many of us women ask ourselves: why we're so attracted by whoever makes us suffering? I was just wandering that, when I realized that I entered into the story, and the characters were alive: there was Fran, Mel's best friend, and her thousand lovers, and Angus -definitely my favourite one- and his brother, Fraser, the poor groom. And all this crazy plot to ruin beautiful, stand-offish and unbearable Amanda's wedding... Was it a way to save Frase's life, or just a revenge against all the injustices suffered by Mel and Fran? What do you think? I know you've already read it...
Sometimes, while trying to translate this and that, or interpreting some unusual way of saying, I though that it's a pity that these books haven't been translated into Italian yet. But then I realized that it would be impossible to render Angus and Fraser's weird Scottish accent, or the funny Fran's exclamations. And even that romantis way Alex has to call Mel, "pumpkin": in any other language it couldn't help you realize that he's a bastard and feel like you would slap his face every time he says that word.
So, that is, in the end it is a hundred times better the original language, complete with its undertones, its ways of saying, its accents and its features!
I love Jenny Colgan's books!